Don Minzoni

Circa a metà strada fra Imola e Faenza, troviamo la città che è anche il capoluogo del nostro racconto: Castel Bolognese.

 

La Città nacque lungo la Via Emilia a seguito di una disputa tra il comune di Bologna e il comitato di Imola, al termine della quale seguì un accordo tra le due fazioni per la costruzione di una fortificazione, un castello appunto, in una posizione strategica che fungesse da polo commerciale per tutti i paesi ed aree abitate vicine.

Castel Bolognese è caratterizzata da vicoli, scorci e porticati nei quali è piacevole perdersi ammirando le peculiarità che caratterizzano questa nostra Terra Comune; passeggiando per il paese è facile notare la somiglianza con i portici del capoluogo della nostra Regione che, fino a tutto il 1700, ha influenzato Castel Bolognese a livello architettonico e urbanistico.

 

Il centro nevralgico dell'attività commerciale della città è Piazza Bernardi, dove si trova l’unica Banca di Credito Cooperativo di Castel Bolognese, la sede della BCC della Romagna Occidentale. Posizionandosi al centro della suddetta piazza è possibile ammirare uno dei monumenti più importati di Castel Bolognese, il Palazzo Mengoni, che l'architetto Giuseppe Mengoni ricavò nell’800 da un convento dei Francescani Minori Conventuali. Il palazzo fu pesantemente colpito dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, come anche il palazzo del Comune, all'angolo con la Via Emilia. L’amministrazione comunale del dopoguerra, decise di abbattere il Palazzo del Comune e di ristrutturare il Palazzo Mengoni che diventò, nel 1958, sede degli uffici comunali.

 

Nella Piazza, oltre al Palazzo Mengoni  si trova la statua, realizzata interamente in bronzo dal celebre scultore di origini castellane Angelo Biancini, dedicata a Giovanni Minzoni, noto anche come Don Minzoni che, medaglia d'argento al valore militare nella prima guerra mondiale, fu un forte oppositore del regime fascista, un'opposizione che lo portò alla morte nel 1923, a causa delle lesioni gravi subite a seguito di un attacco da parte di due squadristi del regime fascista.

 

Lasciando la Piazza e proseguendo lungo Via Garavini, ci troviamo di fronte all'edificio simbolo di storia e di cultura per tutti i suoi abitanti, la Chiesa di S. Petronio: risalente al 1400, accoglie, al suo interno, una splendida collezione di manufatti artistici, come le opere in terracotta di Alfonso Lombardi e la statua di S. Petronio, regalata da papa PIO IX ai devoti abitanti della città.

Una devozione verso il prossimo, uno spirito di solidarietà che fa parte della nostra storia e del nostro presente, come Banca del territorio. Una collaborazione nello sviluppo economico, sociale e culturale con le comunità locali che siamo fieri di raccontare attraverso le storie presenti nella nostra pagina di Terra Comune.

 

 

 

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